Ieri era un giorno di festa per noi Ciclonauti. Ci siamo alzati presto una domenica mattina per regalare a tutti coloro che fossero passati per caso o per scelta in Piazza Madonna dei Monti una giornata di impegno e divertimento. Volevamo offrire la possibilità a tante persone (almeno 19) di scoprire che una bicicletta non è uno dei tanti oggetti che possiamo acquistare e mettere in casa o dimenticare legata al palo in strada. La bicicletta è il mezzo attraverso cui vogliamo cambiare il mondo che ci circonda. E’ il mezzo con cui comunicare la nostra gioia di vivere e prosperare senza far male a nessuno né volontariamente né involontarialmente. Per mesi abbiamo recuperato le biciclette alle raccolte dei rifiuti ingombranti dell’AMA e le abbiamo portate in ciclofficina caricandole sui carrelli, trascinandole a mano e, quando era proprio necessario, anche caricandole su un’automobile. Nelle ultime settimane le abbiamo amorevolmente riparate, modificate, migliorate restituendogli la loro funzione primaria: quella di splendidi ed efficienti mezzi di spostamento. Ieri mattina le abbiamo portate in piazza per metterle in mostra e al momento giusto abbiamo fatto esplodere una gradiosa e divertentissima asta. La partecipazione è stata emozionante e la folla che si è battuta per più di due ore per aggiudicarsi 19 biciclette a colpi di gare di ballo, quiz cinematografici e lanci di dadi ci ha sconvolti di risate. Questo fantastico gioco ci ha permesso di raccogliere le sottosrizioni necessarie a far vivere l’Associazione e la Ciclofficina per qualche mese. Inoltre nel corso della giornata molte persone sono state aiutate dai meccanici volontari a riparare le proprie biciclette, quelle che usano per andare al lavoro, a passeggio, a fare la spesa, a scuola o in escursione. Alla fine di tutto questo eravamo stanchissimi ma ci veniva voglia di piangere di gioia. Purtroppo una notizia tristissima ci ha raggiunti e travolti quando l’asta era ancora in corso e cotinua tuttora a tenerci sospesi tra il desiderio di piangere in silenzio e quello di urlare disperati la nostra rabbia. Una nostra nonna ieri è stata investita mentre attraversava sulle strisce pedonali in una strada urbana. Un’altra donna alla guida della propria automobile l’ha travolta mentre indifesa attraversava la strada a piedi. Sembra che l’automobilista non fosse in condizioni di guidare, che si sia distratta e che la sua assicurazione fosse scaduta. Tutti questi dettagli non possono né consolarci né accrescere la nostra determinazione in quella denuncia che ormai ripetiamo come un mantra da quando abbiamo perso Eva nel novembre del 2009. L’abbiamo strillato insieme al coordinamento Di Traffico Si Muore e lo ribadiamo ancora una volta: la strage sulle strade fa più morti di una guerra e chi non muove un dito per fermarla ne è pienamente responsabile. I politici, gli amministratori comunali, provinciali, regionali e nazionali sono personalmente responsabili di ogni ciclista, pedone, motociclista e automobilista assassinato sulle nostre strade.

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